Nel presente BLOG, sono pubblicate con AGGIORNAMENTO GIORNALIERO le domande/informazioni/osservazioni pervenute via mail da parte dei clienti/utenti del sito FianziamentiPuglia in merito alle loro esigenze di creare una nuova impresa, avviare nuovi investiment, ampliare l'impresa esistente, investimenti in internalizzazione, creazione di reti di impresa. Ad ogni domanda sarà fornita SEMPRE una o più risposte. In casi specifici, nei quali è utile richiedere una risposta formale all'ente gestore de bando,  l'ing. Mingolla si farà carico di inviare una FAQ e pubblicare la risposta nel BLOG.All0interno di ogni FAQ avete la possibilità di lasciare uno o più commenti.


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ll Brand FinanziamentiPuglia raggruppa diversi professionisti con esperienza specialistica nel campo della FINANZA AGEVOLATAmettendo a disposizione del cliente, in una della cinque sedi ubicate nel territorio della Regione Puglia, le approfondite conoscenze per supportarlo nella creazione d'impresa o nello sviluppo del proprio business.Per conoscere chi siamo clicca il link accanto (CHI SIAMO) 

Per qualsiasi chiarimento scrivi una mail all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


 

 

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PMI e Start UP perché è difficile trovare fondi per sostenerle e come risolvere

Sei un imprenditore o uno start-upper ed hai difficoltà a reperire le risorse per scalare la tua azienda?

Scopri di più sulla soluzione ad hoc realizzata da Finanziamenti Puglia e Thymos Business Consulting: insieme per aiutare le aziende in un processo di crescita e sviluppo.

Da dove nasce l’esigenza?

La mancanza di finanziamenti è un problema serio per molti imprenditori ed è una delle ragioni principali per cui molte aziende non sono mai decollate. Un sacco di aspiranti imprenditori hanno la spinta e la passione, ma non gli Euro e il senso di trasformarli in realtà.

Start-up e giovani aziende già attive da 2-3 anni non riescono a scalare, crescere e diventare un modello di successo, nonostante siano in possesso di idee, capacità e know how.

L’89% delle start up o aziende nei primi 2-3 anni di vita non riesce a scalare per mancanza di soluzioni finanziarie in grado di supportarle, con perdite evidenti per tutto il tessuto economico e sociale italiano.

La risposta: Thymos e Finanziamenti Puglia insieme per aiutare la piccola e media impresa.

Thymos azienda di Corporate Finance e Finanziamenti Puglia esperti in Finanza Agevolata, insieme supportano le aziende della Regione Puglia con soluzioni ad hoc di Finanza Straordinaria e Finanza Agevolata per aiutare la tua Start Up o la tua impresa già attiva a scalare rapidamente sul mercato!

Sono realtà consolidate sul territorio ed esperte in materia, che vantano un elevato numero di casi di successo in materia di fonti di finanziamento per l’impresa.

Naturalmente, prima di affrontare un percorso che porti ad un qualsiasi tipo di finanziamento, è necessario:

  • effettuare una verifica del modello di business, del mercato di riferimento e dei competitor.
  • analizzare le capacità imprenditoriali dei fondatori e delle figure chiavi del business
  • stendere un piano industriale per verificare le capacità di crescita e i flussi di cassa necessari al progetto

A questo punto si riuscirà a delineare il percorso giusto per l’imprenditore, che possa portare ad una operazione di finanza straordinaria o di finanza agevolata di successo, e al tanto desiderato effetto volano per l’azienda.

Allora che cosa aspetti?

Scrivici subito e fissa un appuntamento per una video call o un incontro di persona, la prima consulenza è gratuita!

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Di cosa stiamo parlando? Tutti questi termini in inglese, molte volte confondono la comprensione dello strumento da parte degli imprenditori pugliesi. Vediamo però se riesco a raccontarvi bene di cosa tratta questa opportunità.

La buona notizia che voglio meglio presentarvi è rivolta a chi investe in Startup e PMI innovative. Da poche settimane è stato approvato il Decreto legge “Sostegni bis”. Al suo interno si legge la nuova introduzione, tra le agevolazioni fiscali e le misure studiate per il rilancio del Paese, che consiste nella temporanea eliminazione, fino al 2025, per le sole persone fisiche, della tassa sui capital gain e cioè l’imposta sulle plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni in startup e PMI innovative.

Quindi, fino al 2025 non sono soggette alla tassa sui capital gain le plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni al capitale di imprese startup e PMI innovative (acquisite mediante sottoscrizione di aumenti di capitale sociale e possedute per almeno tre anni).

Inoltre, non dovrebbero essere soggette a imposizione le plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni al capitale in società di cui agli articoli 5 (escluse le società semplici e gli enti ad essi equiparati) e 73, comma 1, lettere a) e d), del Tuir, qualora e nella misura in cui, entro un anno dal loro realizzo, le stesse plusvalenze siano reinvestite in imprese start up innovative, o in PMI innovative, mediante la sottoscrizione di aumenti di capitale sociale.

Cos’è il capital gain

Il capital gain o guadagno in conto capitale è la differenza (positiva) tra il prezzo di vendita o rimborso di uno strumento finanziario (ad esempio quote di srl, azioni, obbligazioni, ecc) e il suo prezzo di acquisto o sottoscrizione. Il guadagno, e quindi, il capital gain (o plusvalenza) è realizzato solo quando si vende uno strumento finanziario a un prezzo superiore di quello di acquisto. Sulla plusvalenza realizzata è dovuta l’imposta sui capital gain che ha un’aliquota fissa del 26%.

ll guadagno in conto capitale è soggetto a tassazione. Uscendo dall’equity di una startup (o PMI) l’investitore è tenuto a versare il 26% sulla differenza tra quanto ha investito e il valore di realizzo dello stesso investimento al momento della exit.

Il Decreto Sostegni bis, nei casi sopra indicati, ha soppresso l’obbligo di versare al fisco il 26% sul guadagno della exit dell’investimento.

Il Decreto legge Sostegni bis. I vantaggi e le altre misure

L’Italia negli ultimi anni ha visto crescere il suo ecosistema di startup e PMI innovative come confermano i dati del Ministero dello Sviluppo Economico dello scorso aprile, ma rimane ancora da lavorare sul fronte dei finanziamenti. Che queste realtà imprenditoriali svolgano un ruolo di rilievo nella crescita sociale ed economica di un paese non vi è più alcun dubbio: aumentano la disponibilità di posti di lavoro, stimolano l’innovazione e creano sana concorrenza.

Lo stop alla tassazione sul capital gain fino al 2025, semplificando il trasferimento di denaro tra privati, si spera possa incoraggiare gli investimenti dei risparmiatori, dando una spinta all’economia reale. Si prevede, inoltre, l’arrivo dei fondi pubblici previsti dal Next generation Eu, per la digitalizzazione e la trasformazione ecologica che necessitano di spinta imprenditoriale e innovazione. Elementi questi che non mancano al sistema imprese italiano.

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Definizione di trasformazione digitale

Non tutte gli imprenditori, startupper o altri soggetti hanno ancora chiaro che cosa significhi Trasformazione Digitale ed al tempo stesso resta difficile capire che cosa in concreto significhi Digital Transformation e come si possa declinare in modo fruttuoso per le proprie esigenze.

Per fare chiarezza su questo (complesso ma redditizio) argomento abbiamo anche fatto una chiacchierata col prof. Alessandro Margherita del Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione dell'Università del Salento.
Come lo stesso sottolinea nel volume "Impresa Digitale" (2020) di cui è co-autore, la trasformazione digitale dell'impresa deve basarsi su una sistematica identificazione dei sotto-sistemi coinvolti (un Canvas che include processi, persone, piattaforme e performance) e sulla realizzazione di una Roadmap con fasi di analisi della situazione "as-is" (com'è), di definizione di scenari alternativi e di implementazione estesa partendo da progetti-pilota mirati e controllabili.

Spieghiamo cosa fare e cosa evitare per avviare un processo verso la trasformazione digitale della tua impresa che porta davvero valore e competitività.

Introdurre questo modello, attenzione, non significa "inserire" le tecnologie nello "stesso processo di lavoro": la trasformazione digitale implica un ridisegno dei processi, e va accompagnata da un percorso di change management, per vincere le normali resistenze al cambiamento delle persone. Stiamo, quindi parlando, di ridisegno dei processi, introduzione di automazione (RPA robotic process transformation), ma anche sviluppo di nuovi prodotti e servizi abilitati dalla digitalizzazione.

Lo smart working è un esempio di digital transformation in atto nel mondo oggi. 

Per iniziare a comprendere l'utilità di questo modello o paradigma, cosa utile è comprendere che cosa si intende per trasformazione digitale.

La trasformazione digitale è il processo di integrazione delle tecnologie digitali in tutti gli aspetti del business, un processo che comporta cambiamenti sostanziali a livello di tecnologia, cultura, operazioni e generazione di valore. Per sfruttare al meglio le tecnologie emergenti e la loro rapida espansione nelle attività umane, l’azienda deve sapersi reinventare, trasformando radicalmente tutti i suoi modelli e processi. La trasformazione digitale richiede di spostare l’attenzione verso l’edge dell’azienda e i data center più agili che lo supportano. Significa anche abbandonare la tecnologia legacy, la cui manutenzione può rivelarsi costosa, e cambiare la cultura aziendale per supportare l’accelerazione derivante dalla trasformazione digitale.

Perchè introdurre la trasformazione digitale?

Le aziende stanno sostituendo rapidamente le loro interazioni tradizionali con esperienze digitali alimentate dai progressi tecnologici. In molti casi, questo accade non perché le aziende scelgono la trasformazione, ma perché devono trasformarsi per sopravvivere. Il mercato si aspetta che le imprese offrano esperienze digitali efficienti, ed un’azienda che non si adatta a questo nuovo modello di consumatore digitale è destinata al fallimento.

D’altro canto, un’azienda che punta sul cambiamento e si adatta a un modello più agile ha tutte le carte in regola per ottenere risultati ancora più strabilianti: la trasformazione digitale prevede essenzialmente di considerare tutti gli aspetti di un’azienda e di studiare come modernizzarli perché possano continuare a evolversi parallelamente alla tecnologia.

  • Migliorare i processi: la nuova tecnologia consente alle aziende di automatizzare i processi più semplici e di eliminare gli intermediari in quelli particolarmente complessi. Le aziende incrementano così l’agilità e la capacità di avvalersi del capitale umano in modi più efficaci.
  • Trovare nuovi flussi di reddito: sbocchi redditizi che non sempre erano alla portata delle aziende al momento della loro costituzione possono essere ora sfruttati grazie alle tecnologie emergenti.
  • Creare esperienze più personalizzate e coinvolgenti per i clienti: i clienti di oggi si aspettano che le aziende li ascoltino e soddisfino le loro esigenze specifiche. La tecnologia si è evoluta per adattarsi proprio a questo scopo.

Tuttavia, per riuscire a sfruttare i dati digitali le aziende devono adottare le tecnologie non appena diventano disponibili, testarle e avvalersi del relativo feedback per adattarsi al meglio e guardare al futuro. Sebbene l’integrazione delle nuove tecnologie sia per alcuni versi più rischiosa rispetto all'uso dei sistemi consolidati, i vantaggi che ne derivano possono essere decisamente più cospicui.

Le fasi fondamentali della trasfromazione digitale

Nonostante il processo di trasformazione digitale sia diverso per ogni azienda, è sempre necessario prendere in considerazione alcuni importanti passaggi.

  • Creare un piano adatto per l’azienda: all'inizio del processo di trasformazione digitale, è fondamentale che l’azienda pensi al modo in cui desidera evolvere e alle nuove tecnologie disponibili a tal fine. Le imprese devono considerare le risorse che hanno a disposizione e valutare quali possano essere dedicate alla modernizzazione. Questo può persino comportare una ridefinizione delle priorità dei progetti e un riesame dell’organizzazione aziendale, individuando eventuali lacune che potrebbero intralciare la trasformazione digitale.
  • Formare i dipendenti all’uso e alla padronanza delle tecnologie emergenti: questo processo può essere complesso, dato che nei modelli di aziendali tradizionali i dipendenti dovevano imparare determinati sistemi e continuare a usarli per diversi anni. Con la trasformazione digitale, sono invece chiamati ad accogliere l’evoluzione dei processi che utilizzano nel loro lavoro, se questo risulta più efficiente. Occorre anche pensare in modo creativo al potenziale delle nuove tecnologie e a come possono essere utilizzate al meglio.
  • Abbandonare la tecnologia legacy: in molti casi, le aziende si ritrovano a sostenere enormi costi unicamente per il mantenimento di tecnologia datata, poco redditizia e incapace di offrire l’esperienza digitale richiesta dal mercato, solo perché aggiornarla può risultare costoso e complicato. Tuttavia, mantenere la tecnologia legacy rallenta l’intera azienda, in quanto spreca risorse preziose che potrebbero essere altrimenti dedicate a una tecnologia che risulta più semplice da usare, offre una migliore customer experience e/o analizza i dati più rapidamente.

Come realizzare la trasformazione del business digitale

È noto che i dati e la digitalizzazione possono trasformare il modo di operare delle imprese. Ma il processo non si limita alla raccolta di ulteriori informazioni e al familiare approccio di data warehouse e analisi dei clienti che inizia con l’acquisizione di dati e prosegue con la costruzione di insight passati. La trasformazione in azienda digitale richiede invece un profondo cambiamento del codice culturale di un'impresa e lo sviluppo delle competenze necessarie per reperire nuovi tipi di valore nei dati. Scopri i tre elementi essenziali per il successo della trasformazione digitale.

  • Creare, condividere e applicare KPI misurabili
  • Scegliere un progetto della dimensioni corrette
  • Offrire ai team IT l'opportunità di innovare

Se hai intenzione di approfondire se e come la trasformazione digitale può migliorare il tuo modello di business, non esitare a contattarci tramite il seguente indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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L'azienda deve mantenere questa condizione per meritare l'agevolazione. Non basta la perizia che fotografa solo un momento.

Per accedere alle agevolazioni 4.0 non basta uniformarsi alle circolari pubblicate dall'agenzia delle entrate e MiSe. Quello che conta è l'intenzione lo spirito della norma.

Sono molti, invece, gli imprenditori che credono sia sufficiente la perizia del tecnico abilitato per sollevarli da ogni responsabilità e avere la certezza che l'investimento rientri tra quelli richiamati dall'allegato A o B della norma e rispetti in pieno l'interconnessione del bene al sistema di gestione della produzione!

La perizia, innanzitutto, deve rispettare requisiti formali e sostanziali ma, ricordate che è solo uno degli elementi essenziali da predisporre per dimostrare che l'investimento rientri in quelli agevolati.

La perizia non deve "rappresentare" la foto del momento in cui si promuove l'investimento ma deve rappresentare l'attività "giornaliera e abituale" esercitata dall'impresa. Diviene importante per l'imprenditore dimostrare di aver intrapreso una trasformazione digital e tecnologica e che nel tempo manterrà questo modello. Tra le diverse circolari in tema interconnessione prendiamo spunto per condividere un concetto: periodiche mancanze di interconnessione non compromettono l'applicazione del beneficio ma il periodo in cui il bene opera in mancanza di interconnessione non deve essere preponderante rispetto al periodo in cui tale interconnessione è presente.

L'interpello 956-1660-2018 dice che la mancata interconnessione è ammessa in caso di condizioni oggettive, laddove l'impresa abbia predisposto un sistema valido. Sepcifica che in linea generale, si sarebbe giunti invece ad un parere negativo qualora la mancanza di interconnessione fosse dovuta ad un'evidente deficienza dell'architettura di rete dell'impresa oppure ad una discrezionalità nella scelta. Quindi, è ammesso un momentaneo utilizzo del bene in assenza di interconessione, purchè i dati siano tracciati e il sistema adeguato. 

La circolare 1 marzo 2019 precisa che in caso di perizia giurata , ai fini della decorrenza degli effetti è sufficiente che entro la data di chiusura del periodo di imposta si proceda al giuramento della perizia medesima, non essendo necessario dimostrare in altri modi la data certa di acquisizione. L'introduzione del credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali ha tolto l'obbligo a partire dall'anno 2020 dove è sufficiente una perizia asseverata. In questo caso l'impresa ed il professionista devono utilizzare un'altra modalità per confermare lo scambio del documento in modo da avere traccia certa.

La circolare dell'agenzia  n. 4/E del 30/03/2017 ha specificato, inoltre, che il firmatario della perizia deve dichiarare la propria terzietà rispetto ai produttori e fornitori dei beni strumentali , servizi e beni immateriali oggetto della perizia.

Il concetto di interconnessione è interpretato da alcune circolari, alcune delle quali sembrano sostenere posizioni difformi. Al tal proposito citiamo la circoalre di cui sopra e la circolare 1 agosto 2018. Al contribuente è consentito assumere una condotta fiscale ispirata all'interpretazione contenuta nelle circolari, che sono comunque atti interni, ma, se l'impostazione cambia, l'eventuale accertamento è leggittimo.


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Con COFIDI.IT l’erogazione diretta del credito per le imprese è possibile anche con fondi antiusura, come stabilito dalla legge di Bilancio e  dalla CIRCOLARE n. 1/2021 del Ministero dell’Economia e delle Finanze che consente ai confidi di utilizzare le risorse del Fondo antiusura Legge n. 108/96, per operazioni di liquidità per le micro, piccole e medie imprese a elevato rischio finanziario.

Un strumento d’intervento finanziario in più a disposizione di COFIDI.IT,  per sostenere le imprese in questa fase così difficile e per contrastare il fenomeno dell’usura, che consente di erogare credito direttamente alle imprese fino a € 40.000  con rate fino a 7 anni a tasso fisso del 3,41%, ottenuto grazie ad un emendamento  presentato da Fedart Fidi ed inserito nell’ultima legge di Bilancio al fine di utilizzare i Fondi antiusura per erogare credito direttamente alle imprese.

COFIDI.IT, strumento di garanzia del sistema CNA, oltre alla propria garanzia su finanziamenti bancari offre, negli ultimi anni, anche il  credito diretto alle piccole  e medie imprese in linea con la propria mission mutualistica, ed anche in questa occasione si pone dalla parte delle imprese  per sostenere la loro esigenza di liquidità. 

Se realmente interessati potete contattarci all'indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


 

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Abbiamo raccolta in questa sintesi le più importanti novità comeprese in questa ampliata misura. Leggi in breve a quale opportunità puoi accedere.

Si amplia la platea dei potenziali beneficiari: possono infatti presentare domanda di finanziamento, non più le imprese costituite entro 12 mesi dalla firma del contratto, ma quelle costituite entro i 5 anni precedenti, con regole e modalità differenti a seconda che si tratti di imprese costituite da non più di 3 anni o da almeno 3 e da non più di 5.

Cambia anche la forma di agevolazione: viene introdotto il fondo perduto in combinazione con il rimborso agevolato, nei limiti delle risorse disponibili e viene innalzato il tetto del finanziamento a tasso zero per le imprese più mature, sempre con il limite di età compreso tra i 3 e i 5 anni. In questo caso le imprese possono richiedere il finanziamento per la copertura degli investimenti fino a 3 milioni di euro (al netto dell’IVA).

In dettaglio, le imprese costituite da non più di 3 anni possono presentare progetti di investimento fino a 1,5 milioni di euro per realizzare nuove iniziative o sviluppare attività esistenti nei settori manifatturiero, servizi, commercio e turismo.

Possono contare su un mix di finanziamento fino al 90% del totale della spesa ammissibile di cui il contributo a fondo perduto non può superare il limite del 20%. Possono anche chiedere un contributo ulteriore, fino al 20% delle spese di investimento, per l’acquisto di materie prime e servizi necessari allo svolgimento dell’attività d’impresa.

Le imprese costituite da almeno 3 anni e da non più di 5, possono invece presentare progetti che prevedono spese per investimento fino a 3 milioni di euro per realizzare nuove iniziative o ampliare, diversificare o trasformare attività esistenti, nei settori manifatturiero, servizi, commercio e turismo.

Anche in questo secondo caso, le imprese possono contare su un mix di finanziamento fino al 90% del totale della spesa ammissibile di cui il contributo a fondo perduto non può superare il limite del 15%.

A partire dal 19 maggio 2021 sarà possibile presentare domanda. Se vuoi saperne di più clicca qui: http://www.finanziamenti.puglia.it/finanziamenti/bandi-nazionali-attivi/autoimprenditorialita-giovanile

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Lo sai che uno dei problemi principali delle imprese causato dalla crisi legata al Covid-19 è dovuto al dimezzamento, anche oltre, del fatturato ed alla mancanza della liquidità per affrontare le spese circolanti?

Uno dei parametri fondamentali in azienda per calcolare quanta liquidità è presente in cassa è il cash flow.

Un’errata gestione dei flussi finanziari può determinare persino il fallimento. Se le uscite sono maggiori delle entrate, l’azienda si trova in sofferenza finanziaria e con problemi di liquidità ed il sistema bancario lo rileva in poco tempo e rimane traccia, invece, per mesi o addirittura qualche anno (segnalazioni sofferenze).
  
Migliorare la gestione e aumentare il cash flow è il principio base su cui si deve fondare un’azienda, se non hai liquidità di sicuro non riesci a rispettare i tuoi impegni e pagare i fornitori.
Ovviamente la difficoltà che incontra l'imprenditore è proprio di chiedersi COME aumentare la liquidità aziendale?

Per raggiungere questo obiettivo ci vuole tempo, organizzazione e programmazione col cliente e fornitori. Ad esempio i primi nostri consigli sono:

  • concordare diverse condizioni di pagamento con i clienti, offrendo per esempio uno "sconto cassa" per chi paga subito;
  • scegliere e concentrarsi sui migliori clienti,magari avere un numero ridotto di clienti che permettono maggiore marginalità e tempi di incasso ridotti;
  • oppure negoziare maggiori dilazioni di pagamento con i propri fornitori, a fronte di contratti di maggiore durata, quantità superiore ecc.

Prima di attuare alcune delle azioni necessarie per aumentare la liquidità della tua azienda e migliorare il cash flow è importante calcolare i tempi medi di incasso dei crediti e dei debiti ed individuare i migliori clienti, chi di loro ti garantisce i tempi più veloci di incasso e quali sono i fornitori che incidono maggiormente sulla tua marginalità. Tieni ben in mente che la banca quando misura la solvibilità e garanzie di onorabilità della tua impresa tra gli indici più importanti che analizza è prorpio il CASH-FLOW.

Non concentrarti sul fatturato, che deve aumentare a tutti i costi negli anni. Se il fatturato di un'azienda diminuisce nel tempo perchè sono state attuate delle particolari scelte strategiche che puntano ad una ri-orgnanizzazione commerciale o strutturale dell'azienda, attraverso una relazione tecnica possiamo dimostrare che nel breve periodo queste azioni faranno conseguire un aumento del cash flow al fine di trasformare un punteggio negativo che la "macchina bancaria" assocerebbe a questo stato dell'impresa in un miglioramento del Rating perchè l'impresa dimostra che è sana e solvibile!

Non concentrare tutti gli sforzi a conseguire utili di bilancio (aggiustare col commercialista i numeri per far uscire un utile maggiore). In alcuni casi, l'imprenditore consapevole di non riuscire a conseguire utili reali aziendali, col supporto del consulente fiscale cerca artefizi fiscali (leciti) per aumentare l'utile "su carta". Anche se si riesce a combinare i numeri, purtroppo nella realtà sarà dei fatti finanziari le analisi messe in campo dalle banche faranno emergere in pochi minuti che l'impresa non è ugualmente solvibile perchè, conseguire un utile non certifica con certezza matematica e finanziaria che l'impresa produce cash-flow finanziario. 

Concentrati a dimostrare alla tua banca che sul conto, nel tempo, l'impresa mette da parte capitali e in poche parole, oltre a far fronte agli impegni finanziari di breve, riesce a creare liquidità e metterla in cassa!

Se non hai costantemente sotto controllo queste informazioni, possiamo aiutarti a intraprendere insieme le giuste strategie prima che sia troppo tardi.

Contattaci per una consulenza gratuita. Inviaci una mail ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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