Nel presente BLOG, sono pubblicate con AGGIORNAMENTO GIORNALIERO le domande/informazioni/osservazioni pervenute via mail da parte dei clienti/utenti del sito FianziamentiPuglia in merito alle loro esigenze di creare una nuova impresa, avviare nuovi investiment, ampliare l'impresa esistente, investimenti in internalizzazione, creazione di reti di impresa. Ad ogni domanda sarà fornita SEMPRE una o più risposte. In casi specifici, nei quali è utile richiedere una risposta formale all'ente gestore de bando,  l'ing. Mingolla si farà carico di inviare una FAQ e pubblicare la risposta nel BLOG.All0interno di ogni FAQ avete la possibilità di lasciare uno o più commenti.


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ll Brand FinanziamentiPuglia raggruppa diversi professionisti con esperienza specialistica nel campo della FINANZA AGEVOLATAmettendo a disposizione del cliente, in una della cinque sedi ubicate nel territorio della Regione Puglia, le approfondite conoscenze per supportarlo nella creazione d'impresa o nello sviluppo del proprio business.Per conoscere chi siamo clicca il link accanto (CHI SIAMO) 

Per qualsiasi chiarimento scrivi una mail all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


 

 

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Il Ministero dello Sviluppo economico informa che sono circa 300 le domande presentate dalle micro, piccole e medie imprese nella prima settimana di apertura dello sportello per richiedere le agevolazioni in favore della Digital Transformation dei processi produttivi. Altre 169 domande risultano invece in fase di compilazione.

L'ammontare di risorse richieste finora è pari a circa 37 milioni di euro rispetto ai 100 milioni di euro complessivi messi a disposizione dal MiSE.

L'importo medio dei progetti presentati è di circa 250.000 euro. La maggior parte di essi, 134, riguarda le attività di investimenti, 114 sono invece dedicati all'innovazione di processo e 49 all'innovazione dell'organizzazione.

La disponibilità di finanziamenti consente alle micro, piccole e medie imprese interessate di poter, anche in forma aggregata, continuare a presentare nei prossimi giorni le domande per l'incentivo.

Cosa prevede questo incentivo? http://www.finanziamenti.puglia.it/finanziamenti/bandi-nazionali-attivi/digital-transformation-mise


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Cento milioni di euro vengono messi a disposizione dal bando Digital Transformation a favore delle PMI che intendono avviare una trasformazione digitale dei loro processi produttivi tramite l'implementazione delle tecnologie abilitanti individuate nel Piano Impresa 4.0 e di quelle relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera.

A chi si rivolge

Possono beneficiare delle agevolazioni le PMI che, alla data di presentazione della domanda, risultino;

  • iscritte come attive nel Registro delle imprese;
  • operano in via prevalente o primaria nel settore manifatturiero e/o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere e/o nel settore turistico e/o nel settore del commercio;
  • hanno conseguito, nell'esercizio cui si riferisce l'ultimo bilancio approvato e depositato, un importo dei ricavi delle vendite e delle prestazioni pari almeno a euro 100.000,00;
  • dispongono di almeno due bilanci approvati e depositati presso il Registro delle imprese;
  • non sono sottoposte a procedura concorsuale e non si trovano in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente.

Le PMI in possesso dei predetti requisiti possono presentare, anche congiuntamente tra loro, purché in numero comunque non superiore a dieci imprese, progetti realizzati mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione, compresi il consorzio e l’accordo di partenariato in cui figuri, come soggetto promotore capofila, un DIH-digital innovation hub o un EDI-ecosistema digitale per l’innovazione, di cui al Piano nazionale Impresa 4.0.

Attività economiche ammesse

Le PMI, ai fini dell’accesso alle agevolazioni, devono operare in via prevalente/primaria nel settore manifatturiero e/o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere, nonché, al fine di accrescerne la competitività e in via sperimentale per gli anni 2019-2020, nel settore turistico per le imprese impegnate nella digitalizzazione della fruizione dei beni culturali, anche in un’ottica di maggiore accessibilità e in favore di soggetti disabili.
Sulla base dei settori ammessi, nell’allegato n. 1 del provvedimento attuativo dell’intervento sono identificate le attività economiche ammissibili.

Cosa finanzia

I progetti ammissibili alle agevolazioni devono essere diretti alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi dei soggetti proponenti mediante l’implementazione di

  1. tecnologie abilitanti individuate dal Piano nazionale impresa 4.0. (advanced manufacturing solutions, addittive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics) e/o;

  2. tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera, finalizzate:

    1) all’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione e della gestione delle relazioni con i diversi attori;

    2) al software;

    3) alle piattaforme e applicazioni digitali per la gestione e il coordinamento della logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio;

    4) ad altre tecnologie, quali sistemi di e-commerce, sistemi di pagamento mobile e via internet, fintech, sistemi elettronici per lo scambio di dati (electronic data interchange-EDI), geolocalizzazione, tecnologie per l’in-store customer experience, system integration applicata all’automazione dei processi, blockchain, intelligenza artificiale, internet of things.

  3. A tal fine i progetti devono prevedere la realizzazione di:

    1. attività di innovazione di processo o di innovazione dell’organizzazione, ovvero;

    2. investimenti.

I progetti di spesa devono, inoltre, essere realizzati nell'ambito di una unità produttiva dell’impresa proponente ubicata su tutto il territorio nazionale, prevedere un importo di spesa non inferiore a euro 50.000,00 e non superiore a 500.000,00; essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni e prevedere una durata non superiore a 18 mesi dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni, fermo restando la possibilità da parte del Ministero di concedere, su richiesta motivata dal soggetto beneficiario, una proroga del termine di ultimazione non superiore a 6 mesi.

I progetti agevolabili nell’ambito dell’intervento Digital Transformation possono essere cofinanziati nell’ambito del PON Imprese e Competitività 2014-2020.

Le agevolazioni

Le risorse finanziarie per la concessione delle agevolazioni ammontano a euro 100.000.000,00.
Per entrambe le tipologie di progetto ammissibili a beneficio le agevolazioni sono concesse sulla base di una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili pari al 50 percento, articolata come segue:

  1. 10% sotto forma di contributo;

  2. 40% come finanziamento agevolato.

Fermo restando l’intensità agevolativa e l’articolazione dei benefici sopra indicate, le agevolazioni per i progetti di innovazione di processo o dell’organizzazione sono concesse alle condizioni ed entro le intensità massime di aiuto previste dall’articolo 29 del regolamento UE 651/2014, mentre le agevolazioni per i progetti di investimento vengono concesse nei limiti e secondo i massimali stabiliti dal Regolamento (UE) 1407/2013 della Commissione del 18 dicembre 2013 “de minimis”.

Il finanziamento agevolato deve essere restituito dal soggetto beneficiario senza interessi a decorrere dalla data di erogazione dell’ultima quota a saldo delle agevolazioni, secondo un piano di ammortamento a rate semestrali costanti posticipate scadenti il 31 maggio e il 30 novembre di ogni anno, in un periodo della durata massima di 7 anni.

Termini e modalità di presentazione delle istanze

Le domande di accesso alle agevolazioni, concesse mediante procedura valutativa a sportello di cui all’art. 5 d.lgs. n. 123/98, potranno essere presentate esclusivamente tramite procedura informatica, a partire dalle ore 12.00 del 15 dicembre 2020.

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Un'informazione sintetica ma di buon proposito.

Trattasi del Bonus Pubblicità, misura che viene prorogata per il biennio 2021-2022, introdotta per il 2020 dal decreto Rilancio. E quanto previsto dal disegno di legge di Bilancio 2021 a sostegno del settore editoriale colpito dalla crisi da Covid-19.

Il credito d’imposta sarà concesso nella misura unica del 50% del valore degli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche in formato digitale, entro il limite massimo di 50 milioni di euro per ciascuno anno. Dalla lettura della disposizione emerge che, nel 2021 e nel 2022, saranno esclusi dall’ambito oggettivo di applicazione dell’agevolazione gli investimenti pubblicitari sulle emittenti radio-televisive.

Qualche notizia in più

Dal 2018 è stato istituito un credito d’imposta per le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali in relazione agli investimenti pubblicitari incrementali effettuati sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali (articolo 57-bis del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, e successive modificazioni).
Per beneficiare dell’agevolazione è necessario che l’ammontare complessivo degli investimenti pubblicitari realizzati superi almeno dell’1% l’importo degli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi d’informazione nell’anno precedente. Il credito d’imposta è pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati ed è concesso nei limiti massimi degli stanziamenti annualmente previsti e nei limiti dei regolamenti dell'Unione europea in materia di aiuti "de minimis”.

Per fruire del credito d’imposta, i soggetti interessati devono presentare:

  • la “Comunicazione per l’accesso al credito d’imposta”, prevista dall’articolo 5, comma 1, del D.P.C.M. n. 90 del 2018, contenente i dati degli investimenti effettuati o da effettuare nell’anno agevolato  
  • la “Dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati” per dichiarare, ai sensi dell’articolo  47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, che gli investimenti indicati nella comunicazione per l’accesso al credito d’imposta, presentata in precedenza, sono stati effettivamente realizzati nell’anno agevolato e che gli stessi soddisfano i requisiti di cui all’articolo 3 del D.P.C.M. n. 90 del 2018 e, per l’anno 2020, di cui all’articolo di cui all’articolo 57-bis, comma 1-ter, del D.L. n. 50 del 2017.

L’ammontare del credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascun richiedente è stabilito con provvedimento del Dipartimento per l’informazione e l’editoria (articolo 5, comma 3, del D.P.C.M. n.  90 del 2018), pubblicato sul sito istituzionale del Dipartimento stesso.
Il credito d’imposta riconosciuto è utilizzabile esclusivamente in compensazione mediante il modello F24, che deve essere presentato tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate.

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Qual'è una delle principali attività strategiche che l'imprenditore di qualsiasi dimensione deve organizzare per conseguire risultati che possono "allettare" le banche? Organizzare un modello di pianificazione e controllo della gestione su misura.

Qualsiasi imprenditore o direzione aziendale nei prossimi anni è chiamata ad organizzare l'impresa in modo tale da potersi modellare ai continui cambiamenti del mercato e alla straordinaria eccezionale emergenza sanitaria abbatutasi anche sul tessuto economico mondiale. Ormai i modelli organizzativi anni 90 sono del tutto obsoleti e nel frattempo sono nate nuove sfide alle quali le imprese devono saper rispondere immediatamente. 

Da un'importante ricerca è stato realizzato e pubblicato un elenco delle sfide alle quali gli imprenditori sono chiamati nel prossimo futuro, che di seguito abbiamo voluto "copiare" e pubblicare:

  1. avere la capacità di creare dei modelli in grado di predire il futuro e allungare, quindi, la visione prospettica;
  2. reinventare il processo di formulazione della strategia che deve diventare un processo in divenire;
  3. debellare le patologie della gerarchia formale;
  4. gli strumenti di controllo è opportuno che vengano reinventati per incoraggiare il l’auto controllo e superare il controllo come insieme di vincoli dall’esterno;
  5. sviluppare misure di performance olistiche;
  6. destrutturare e disaggregare le organizzazioni, con soluzioni “snelle” e flessibili che facilitino la capacità e la rapidità di adattarsi e innovare;
  7. dare libero sfogo all’immaginazione e alla creatività delle persone;
  8. favorire la comunità di interessi;
  9. creare una democrazia dell’informazione.

Come si può cogliere da queste prime indicazioni le attività di pianificazione e controllo non possono né devono essere abbandonate, ma devono caratterizzarsi e svolgersi in modo spesso molto diverso rispetto al passato.

Il controllo di gestione deve essere a supporto della strategia

Questi cambiamenti valgono per tutte le attività che si svolgono in impresa da quelle di fabbricazione a quelle di vendita, ma l’aspetto critico oggi è la strategia. Non ci si può più permettere di commettere “errori” strategici in passato anche sopportabili. La strategia una volta formulata ed esplicitata deve essere poi attuata dalle persone che operano in azienda. Il «nuovo» controllo di gestione deve essere a supporto di queste attività e il controller deve uscire dagli angusti spazi della gestione operativa per aprirsi all’ambiente esterno e alla strategia.

Lo scenario planning permette di preparare un contingency plan

Oggi quello che è necessario fare è in primo luogo scenario planning. Se si fossero individuati i segnali deboli e si fosse prestata loro più attenzione, già a settembre/ottobre 2019 si sarebbe potuto elaborare un contingency plan per prepararsi a rispondere alla pandemia qualora questa si fosse propagata dalla Cina al resto del mondo. Preparare delle alternative di azione da praticare.

La strategy execution

La strategy execution (attuazione o esecuzione della strategia) è tanto semplice da immaginare quanto complessa da realizzare. Tuttavia, oggi si dispone degli strumenti e delle soluzioni organizzative che consentono una sua più efficace realizzazione. Dopo tanti anni di frustranti tentativi con la pianificazione strategica, oggi si può cambiare in modo costruttivo.

Balanced scorecard: come tradurre la strategia aziendale in azioni di gestione operativa

Un modo intelligente per cambiare modo di pianificare è quello smart e flessibile che è applicabile dal 1992, da quando si dispone della balanced scorecard.

Tre le grandi idee alla base di questo innovativo strumento di pianificazione e controllo sono:

a) realizzare un collegamento diretto e costante nel tempo tra strategia (missione e obiettivi strategici) e gestione operativa, facilitando un progressivo allineamento di quest’ultima alla prima;

b) non limitarsi ad osservare i soli risultati economico-finanziari, se si vuole esprimere una compiuta valutazione delle performance aziendali;

c) cercare di misurare anche quelle variabili che pur essendo di difficile ed oggettiva quantificazione in quanto intangibili hanno, in determinati business, una forte valenza strategica (un esempio emblematico la notorietà del brand), nella convinzione che le persone prestano attenzione solo a ciò che viene misurato (“you get what you measure”)

Queste tre idee per essere realizzate richiedono una precisa scelta di metodo: quali variabili considerare oltre a quelle economico-finanziarie e come organizzarle. Benché la logica situazionale renda difficile definire a priori quali variabili considerare nella specifica Bsc di un’azienda, si possono però tentare delle generalizzazioni.

Kaplan e Norton suggeriscono di considerare quattro macro-aggregati di variabili strategicamente rilevanti, quattro prospettive (perspective). Così la performance aziendale può essere strategicamente indirizzata e poi monitorata:

- ancora attraverso i tradizionali indicatori della prospettiva economico-finanziaria, ma valorizzati come indicatori preziosi al fine di guidare le strategie di crescita aziendali e per comunicare con i mercati finanziari (financial perspective);

- ricorrendo ad indicatori espressione delle relazioni che l’impresa riesce ad instaurare con i suoi clienti (customer perspective), dall’andamento dei quali dipende la capacità nel tempo di mantenere e/o sviluppare i ricavi di vendita;

- attraverso indicatori legati ai processi gestionali critici (process persective) dai quali dipende la capacità di soddisfare prima e fidelizzare poi i clienti e quindi spendendo in modo efficace, destinando prioritariamente risorse ad attività che creano valore per il cliente;

- introducendo un macro-aggregato di variabili, per catturare le performance in un’area nella quale si gioca il successo nel medio/lungo termine dell’impresa; è questa l’area nella quale si tratta di misurare la capacità di un’impresa di apprendere dall’esperienza e di tradurre questo patrimonio di conoscenze in preziosi stimoli per l’innovazione (learning & innovation perspective); ed è invece proprio questa una prospettiva spesso trascurata e per la quale bisogna “inventarsi” degli indicatori per misurare anche ciò che è difficile ma imprescindibile tentare di misurare.

Questo è l’impianto metodologico della Bsc proposto per realizzare un sogno: tradurre con sistematicità la strategia aziendale in azioni di gestione operativa.

Quest’approccio è eguagliato per snellezza e flessibilità solo dal «Playing to win» proposto da Roger Martin, lo studioso che ha evidenziato i limiti del tradizionale planning e dal Discovery driven planning suggerito da Rita McGrath (Columbia University).

Il process costing

Sempre a supporto di questo nuovo approccio al planning c’è il process costing, evoluzione costruttiva dell’Activity Based Costing. Gli elementi caratterizzanti di questo approccio sono tre:

1) sono i processi che si svolgono e come si svolgono per ottenere prodotti e servizi quelli che assorbono risorse e generano costi e non i centri di costo;

2) i prodotti non sono l’unico nè il più importante oggetto di calcolo dei costi, molto più rilevanti sono i clienti che generano spesso elevati costi da complessità;

3) i driver dei costi non sono più, come in passato, solo i volumi, ma il grado di complessità con il quale si svolgono i processi.

Con questi strumenti si può innovare un processo sempre più rispondente alle esigenze della gestione strategica di impresa.

La strategia aziendale va comunicata all’intera azienda

Così se si desidera ottenere un allineamento dell’intera azienda alla strategia aziendale, questa va prima di tutto esplicitata e successivamente comunicata, almeno nei suoi tratti generali. Poi si possono ulteriormente definire delle coordinate più o meno dettagliate e per queste si deve decidere se e come formalizzarle, quale strumento scegliere. Dopo di che il resto è comunque azione.

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Il Fondo di Garanzia per le PMI è uno strumento istituito con Legge n. 662/96 (art. 2, comma 100, lettera a) e operativo dal 2000.
La sua finalità è quella di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali  portate dalle imprese.

Grazie al Fondo l’impresa ha la concreta possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi garantiti dal Fondo, che non offre comunque contributi in denaro.

Secondo le ultime rilevazioni, oltre il 99% delle imprese ha avuto accesso al finanziamento con la copertura del Fondo in assenza della presentazione di garanzie reali.

Il meccanismo di funzionamento del Fondo genera un importante effetto leva, in grado di agire da moltiplicatore delle risorse pubbliche, configurandosi come un efficace strumento di politica industriale che presenta un rapporto costi/benefici inferiore a qualsiasi altra agevolazione: per ogni euro del Fondo si attivano circa 16 euro di finanziamenti  per le PMI.
È, inoltre, un fondo rotativo che, per effetto del graduale rimborso dei finanziamenti, è in grado di reimpiegare più volte le risorse assegnate.

I soggetti beneficiari finali, ai quali viene concessa la garanzia pubblica, sono le piccole e medie imprese comprese le imprese artigiane, presenti sul territorio nazionale, economicamente sane e appartenenti a qualsiasi settore, ad esclusione dei settori ritenuti sensibili dall’Unione Europea.

Sono, inoltre, soggetti beneficiari finali i consorzi e le società consortili, costituiti tra piccole e medie imprese e le società consortili misteSono infine ammissibili alla garanzia del Fondo i professionisti iscritti agli ordini professionali e quelli aderenti alle associazioni professionali iscritte nell’elenco tenuto dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4 e in possesso dell’attestazione rilasciata ai sensi della medesima legge.

Ad accedere alla garanzia del Fondo sono soprattutto microimprese (59,7%), cui seguono le piccole imprese (31,3 %) e le imprese di medie dimensioni (8,6%). 

A seconda della natura del soggetto che si rivolge al Fondo Centrale di Garanzia esistono diverse modalità di intervento:

  1. Garanzia diretta: indica la garanzia prestata dal Fondo direttamente a favore dei soggetti finanziatori. In questo caso, l’impresa che necessiti di un finanziamento può chiedere alla banca di garantire l’operazione con la garanzia pubblica. L’attivazione di questa garanzia è a rischio zero per la banca che, in caso di insolvenza dell’impresa, viene risarcita dal Fondo e, in caso di eventuale esaurimento di fondi di quest’ultimo, direttamente dallo Stato.
  2. Controgaranzia: indica la garanzia prestata dal Fondo a favore dei Confidi , e degli altri Fondi di Garanzia. In questo caso l’impresa si rivolge a un Confidi o ad altro fondo di garanzia che provvederanno ad inviare la domanda di controgaranzia al Fondo.
  3. Cogaranzia: indica la garanzia prestata dal Fondo direttamente a favore dei soggetti finanziatori e congiuntamente ai Confidi, agli altri Fondi di Garanzia ovvero ai Fondi di garanzia istituiti nell’ambito dell’Unione Europea o da essa cofinanziati.

Il Fondo Centrale di Garanzia non interviene direttamente nel rapporto banca/impresa e quindi i tassi di interesse, le condizioni di rimborso, l'eventuale richiesta di garanzie aggiuntive sulla parte non coperta dal Fondo etc. sono stabiliti attraverso la libera contrattazione tra banche e imprese.


Ti ricordiamo una cosa importante: l'impresa prima di "pensare" ad accedere al Fondo di Garanzia deve valutare se la Banca è disponibile a prendersi in carico la garanzia dello stato e istruire la pratica di finanziamento!

Se devi realizzare un investimento oppure devi chiedere un finanziamento per liquidità Finanziamenti.Puglia.it è qui per supportarti con la sua esperienza.

Contatta direttamente l'ing. Mingolla Andrea al 340/9701477

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Riapre il bando Brevetti+ l’incentivo per la valorizzazione economica dei brevetti, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico. È rivolto alle micro, piccole e medie imprese, comprese le startup innovative, che sono:

  • titolari o licenziatari di un brevetto per invenzione industriale concesso in Italia successivamente al 1° gennaio 2017;
  • titolari di una domanda nazionale di brevetto per invenzione industriale depositata successivamente al 1 gennaio 2016 con un rapporto di ricerca con esito “non negativo”;
  • titolari di una domanda di brevetto europeo o di una domanda internazionale di brevetto depositata successivamente al 1 gennaio 2016, con un rapporto di ricerca con esito “non negativo” che rivendichi la priorità di una precedente domanda nazionale di brevetto;
  • in possesso di una opzione o di un accordo preliminare che abbia per oggetto l’acquisto di un brevetto o l’acquisizione in licenza di un brevetto per invenzione industriale, rilasciato in Italia successivamente al 1 gennaio 2017, con un soggetto, anche estero, che ne detenga la titolarità;
  • imprese neo-costituite in forma di società di capitali, a seguito di operazione di Spin-off universitari/accademici.

Brevetti+ è finalizzato all'acquisto di servizi specialistici per la valorizzazione economica di un brevetto in termini di redditività, produttività e sviluppo di mercato.

L’incentivo può finanziare l’acquisto di servizi specialistici relativi a:

  • industrializzazione e ingegnerizzazione
  • organizzazione e sviluppo
  • trasferimento tecnologico.

Le agevolazioni prevedono un contributo a fondo perduto fino a un massimo di 140.000 euro che non può superare l’80% dei costi ammissibili. Per gli spin-off accademici e per le iniziative con sede operativa in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia le agevolazioni possono arrivare al 100% dei costi ammissibili.

Domande a partire dal 21 ottobre 2020. Se interessati scrivere una mail ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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Per il credito di imposta mezzogiorno o Bonus Sud, specificatamente al contratto di sale and lease back prendiamo spunto da una rispsota dell'agenzia delle entrate ad un interpello su questo tema.

In poche parole, vi sarà già capitato che nel contratto di sale and lease back è indicato che lo stato del bene è "Bene Usato".

Ovviamente chiunque acquista un bene usato non potrà beneficiare delle agevolazioni previste dal credito di imposta mezzogiorno. Ma nel caso specifico, questa è la dicitura che troverete all'interno del contratto però il passaggio importante consiste nella qualificazione del bene come usato deriva dalla natura stessa del contratto di sale and lease back, in quanto trattasi di uno strumento finanziario che presuppone un duplice passaggio di proprietà: il costruttore vende alla società acquirente, che a sua volta vende alla società di leasing.

A questo punto si comprende che l'acquisto con questa forma di contratto è ammissiible.

Ma per essere certo, puoi leggere la comunicazione finale dell'agenzia dell'entrate sull'interpretazione del bene se usato e sopratutto se può beneficiare di agevolazioni.

Il requisito della novità del bene, necessario per beneficiare del credito di imposta, deve apprezzarsi in sede di primo acquisto, a nulla rilevando, anche per tale aspetto, la successiva cessione dello stesso nell'ambito dell'operazione di sale and lease back. 

Questa condizione è contenuta nella circolare del 27 ottobre 2009, n. 44/E in materia di detassazione degli investimenti in macchinari (cd. Tremonti-ter), nella quale è stato precisato che «L'agevolazione spetta anche nell'ipotesi in cui il bene oggetto dell'investimento, per il quale si fruisca dell'agevolazione, formi oggetto di un successivo contratto di sale and lease back. In tali ipotesi, come si dirà in prosieguo (cfr. par. 6) la cessione del bene nuovo - oggetto d'investimento agevolabile - alla società di leasing nel contesto di un'operazione di lease back non determina la revoca dell'agevolazione».


 

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