Attivo il fondo MINI-BOND Regione Puglia

Settembre 11, 2018

> Sei una società (srl o spa)?

> Hai un fatturato superiore a 2 milioni di euro e un numero di dipendenti superiore a 10?

> Hai programmato un piano di sviluppo industriale/commerciale, oppure hai da proporre operazioni di investimento straordinarie o di refinancing?


Allora I MINI-BOND possono essere di tuo interesse.

In questo articolo L’ing. Mingolla Andrea ci spiega cosa sono, chi può emetterli, sottoscriverli e come funzionano.


La Regione Puglia in data 10/09/2019 ha lanciato i Mini-Bond quale strumento di finanza straordinaria per supportare determinate tipologie di imprese verso il reperimento di capitali da soggetti diversi dalle Banche.

Con questo strumento, ciascuna PMI sarà supportata dall’Arranger (sotto trovi la definizione) che, una volta valutato se è meritevole da un punto di vista di finanziabilità da parte degli Investitori Istituzionali e Professionali, emette il Minibond.

L’Arranger (Unicredit) supporta le società emittenti durante il processo di strutturazione, individua gli Investitori Istituzionali e Professionali e crea la Società Veicolo che sottoscrive/acquista i Minibond, collocando le Note presso Investitori Istituzionali e Professionali.

Se vuoi approfondire l’argomento del Mini-Bond Regione Puglia clicca qui (https://www.finanziamenti.puglia.it/finanziamenti/finanza-ordinaria/mini-bond) altrimenti puoi prima leggere queste informazioni di carattere generale che presentano lo strumento del Mini-Bond!

 

Cosa sono i MINI-BOND? 

Sono un innovativo strumento di finanziamento creato per le società non quotate in Borsa attraverso cui possono emettere titoli di credito (obbligazioni) in cambio di un prestito erogato da soggetti autorizzati (anche diversi dalle banche) che hanno deciso di supportare il tuo progetto. 

Come tutte le obbligazioni, anche i MINIBOND hanno un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola semestrale o annuale, e una data di scadenza. 

In questo modo le società possono avere un altro strumento a disposizione per aprirsi al mercato dei capitali, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal credito bancario

ATTENZIONE: ci tengo a rimarcare che questo strumento (minibond) non è accessibile alle imprese in crisi, ma consiste in un’opportunità di finanziamento sul mercato dei capitali per le aziende sane, con buone performance negli ultimi esercizi e con precisi programmi di crescita per i prossimi anni, che per motivi diversi decidono di fare a meno del credito bancario o, quantomeno, di integrarlo con strumenti di debito alternativi.

Chi può emetterli?

  1. Il Decreto Sviluppo 2012 e Decreto Destinazione Italia 2013 stabiliscono che gli emittenti devono essere società italiane non quotate (srl o spa), che abbiano fatto certificare da un revisione esterno l’ultimo bilancio approvato;
  2. Il fatturato deve superare i 2 milioni di euro ovvero l’organico deve essere composto da almeno 10 dipendenti;
  3. l’emissione deve essere promossa da uno sponsor.

Chi può sottoscriverli? 

La sottoscrizione di queste obbligazioni è generalmente riservata a investitori istituzionali professionali ed altri soggetti qualificati: banche, imprese di investimento, SGR, società di gestione armonizzate, SICAV, intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dall’articolo 107 del T.U. bancario e le banche autorizzate all’esercizio dei servizi di investimento anche aventi sede legale in uno Stato extracomunitario, purché autorizzate alla prestazione di servizi nel territorio della Repubblica. TRA QUALCHE MESE POTRA’ ESSERE SOTTOSCRITTO ANCHE DALLA REGIONE PUGLIA CHE PROPORRA’, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, UNO STRUMENTO PUBBLICO DI MINIBOND.

Chi lo ha già fatto? 

In Italia operano più di 10mila imprese con fatturato superiore ai 5 milioni e utili medi del 10 per cento e come tali sono pronte ad accedere a questo interessante mercato alternativo del credito. Al 31 dicembre 2016 l’Osservatorio sui minibond del Politecnico di Milano ha registrato 221 operazioni per un controvalore di 8,6 miliardi di euro. Rispetto al 2015, nel 2016 è aumentata la proporzione delle PMI, passando dal 48,3% al 73,9%. (fonte: borsaitaliana)

Il ruolo delle BANCHE e gli attori della filiera

Non è necessario appoggiarsi a una banca per emettere un minibond. SARA’ POSSIBILE APPOGGIARSI DIRETTAMENTE ALLA REGIONE PUGLIA (INVESTITORE ISTITUIZIONALE).

L’ADVISOR è un consulente destinato ad affiancare l’impresa nella decisione strategica iniziale, nell’analisi del business plan, dell’information memorandum e nella definizione di tempi e modalità dell’emissione. I consulenti legali si occupano di verificare gli aspetti formali e di compliance rispetto ai contratti e ai regolamenti o prospetti del prestito.

L’arranger si occupa invece del collocamento dei titoli sul mercato, individuando i potenziali investitori e occupandosi del ‘fine tuning’ rispetto alla definizione dei rendimenti offerti.

La società di rating è un altro attore di riferimento nell’emissione di giudizi indipendenti sulla solvibilità dell’emittente.

Quali costi ci sono per aziende e risparmiatore?

I costi per le società emittenti sono volutamente molto bassi, non essendo previste commissioni. In generale il costo si aggira tra l’1% e il 2,5% per l’emissione complessiva e l’eventuale quotazione del minibond: il costo annuale indicativo va da 5 mila a 15 mila euro.

Con altri 20 mila euro è possibile farsi assegnare un rating dalle società specializzate: il rating, come abbiamo detto, non è obbligatorio ma il suo conferimento, specie se elevato, rende più appetibile l’emissione e consente alla società di indebitarsi a tassi più bassi.

Componenti di costo

  • TASSO di INTERESSE (trimestrale/semestrale/annuale). Dipende dai tassi di mercato, dal merito di credito e dall’eventuale rating dell’emittente, da eventuali garanzie richieste dall’investitore, dallo spread, dal premio per il rischio, dal premio per illiquidità e dalla natura del titolo.
  • COSTI LEGALI (una tantum): redazione del verbale relativo alla delibera di emissione, redazione del contratto di sottoscrizione dei minibond, validazione del term sheet, redazione del contratto di conferimento di banca agente relativi ai pagamenti sui minibond e in caso di ammissione su ExtraMOT assistenza per l’eventuale processo di ammissione e per la redazione del documento di ammissione.
  • Richiesta del codice ISIN
  • Business Plan (predisposto dall’emittente con l’aiuto di un Advisor)
  • Rating
  • Gestione del sito internet e in generale dell’informativa richiesta dall’investitore e/o dall’eventuale borsa di negoziazione
  • Report informativo periodico
  • Fee di collocamento
  • Corrispettivi per quotazione (€ 2.500 una tantum per l’ammissione e nessun corrispettivo durante la vita dello strumento).

Come funzionano? 

Le imprese, per avvalersi di questo mezzo di finanziamento, devono predisporre un piano economico e finanziario, sulla base del quale dovrà essere predisposto un prospetto informativo che dovrà essere messo a disposizione dei potenziali investitori e contenere informazioni in merito a:

  • la storia dell’azienda;
  • il posizionamento di mercato;
  • le caratteristiche del management della azienda;
  • l’andamento economico finanziario storico e prospettico con una analisi del progetto di investimento che si intende finanziare tramite la emissione dei Minibond;
  • il relativo piano di rimborsi con la remunerazione offerta agli investitori.

L’azienda dovrà poi trovare uno sponsor che la assista nella fase di emissione e collocamento.


SE HAI DECISO DI UTILIZZARE QUESTO NUOVO STRUMENTO FINANZIARIO, E’ UTILE ANTICIPARE I TEMPI! 

IN ATTESA CHE LA REGIONE PUGLIA PUBBLICHI IL BANDO SUI MINI-BOND, INVIACI UNA MAIL CON UNA BREVE DESCRIZIONE DEL TUO PROGETTO E SARAI CONTATTATO AL PIU’ PRESTO.

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